Delle vacanze non previste

Una fuga dal caldo italiano e dalle spiagge gremite di gente, verso montagne sperdute e sentieri nella natura. Questo articolo ha come protagonista il nostro viaggio in Austria, dai paesaggi mozzafiato delle alpi e Zell Am See, per poi immergersi nella bellissima Vienna, e infine un piccolo soggiorno a Trieste e il suo meraviglioso museo Revoltella.

è l’8 Settembre 2021, sono tornata nel nostro alloggio nella Val di Pesa ormai da una settimana, anche se mi sembra sia passato già un mese. Jon è intento nel studiare l’ennesima proprietà a cui siamo interessati, con la speranza di poter un giorno acquistare una casa tutta nostra nella campagna toscana. Io invece sono a risolvere le altre cose lasciate in sospeso. Perciò tra il matrimonio da organizzare, i compleanni da festeggiare, le case da cercare e la sistemazione del vetro della macchina simpaticamente distrutto da un piccione suicida in autostrada ho deciso di prendermi poco tempo ogni giorno per descrivere queste vacanze austriache, che si sono rivelate una bellissima alternativa alle classiche vacanze al mare.

L’organizzazione di questo viaggio si potrebbe definire un vero e proprio “travaglio”. I nuovi protocolli Covid e l’efficenza della burocrazia canadese (che non ha niente da invidiare a quella italiana) ci hanno impedito di tornare in Canada, e all’ultimo momento abbiamo dovuto rivedere i nostri piani, in pieno agosto. 

Inizialmente abbiamo scelto la Sicilia, ma appena Jon ha letto la previsione di 40 gradi si è subito ricreduto. Allora abbiamo pensato all’Irlanda, ma anche i suoi 12 gradi massimi non ci hanno proprio convinti. Così siamo tornati più vicini all’Italia, e abbiamo cercato alcune realtà con laghi e bellissimi paesaggi in diversi paesi tra cui la Svizzera e la Slovenia. 

In entrambi c’erano delle opzioni molto belle, anche se purtroppo organizzando tutto una settimana prima di partire molti alloggi erano pieni, e ciò che rimaneva erano appartamenti poco allettanti o in zone scomode, così abbiamo provato a vedere cosa offriva l’Austria, e nel sito ufficiale abbiamo trovato moltissime informazioni utili e l’elenco di tutti i laghi balneabili, tra cui Zell Am See.

Non ci abbiamo pensato due volte, abbiamo subito prenotato un airbnb e organizzato un successivo viaggio per Vienna, di cui tutti mi hanno sempre parlato benissimo.

Dopo aver finito una commissione, abbiamo fatto le valige, sistemato la casa e siamo partiti con la nostra macchina acquistando prima la famosa “Vignette”: un bollino da applicare sul parabrezza se si vuole viaggiare sulle autostrade austriache senza beccarsi una salata multa. 

Dopo qualche ora di viaggio eravamo nelle zone del Bressanone. Mi sono subito innamorata di queste casette di legno, ognuna delle quali sfoggiava una varietà incredibile di fiori, circondate poi da un paesaggio montuoso che ti invitava a prenderti una pausa per ammirarlo. Quando ci siamo fermati per fare delle foto, ci ha accolto un clima intorno ai 23 gradi, accompagnato dal vento leggero e un sole non eccessivamente forte, davanti a noi una distesa di erba e felci che ci accarezzava le gambe, un momento idilliaco, di stacco. Lì ho davvero sentito di essere in vacanza.

Dopo qualche ora, stanchissimi, siamo arrivati nel paesino di Zell Am See. Erano le 8.30/9.00 e dopo aver ritirato le chiavi all’agenzia siamo andati li vicino per cena appena prima che chiudesse la cucina. Abbiamo avuto dopo tanto tempo del buon cibo Thai, in questo risto-pub Grüner Baum.

Subito dopo ci siamo diretti al nostro alloggio. Si trovava ad Aufhausen, a sud-ovest della città in una zona panoramica. 

Il programma era di restarci almeno 5 giorni e poi andare a Vienna, ma quando siamo arrivati siamo rimasti delusi nel vedere quanto era piccolo! Due stanzette e un bagnetto accanto al piccolo tavolo per la colazione, e noi, con tutti i nostri materiali da pittura e i quadri che presto avrebbero invaso l’appartamento non sapevamo proprio come fare. La mattina dopo, mentre facevo la mia routine di yoga prima di uscire picchiando braccia e piedi in qualsiasi muro ed impedendo a Jon di poter uscire ed entrare da casa, ci siamo detti che forse era meglio chiedere per qualcosa di più spazioso, anche se la posizione non sarebbe stata troppo carina e avremmo dovuto pagare più del previsto.

Abbiamo contattato l’agenzia che prontamente ci ha sistemati in un bellissimo e comodo appartamento, questa volta appena fuori la città, nei pressi di Schüttdorf. La zona non aveva un gran paesaggio, ma c’erano tanti negozi e supermercati, ed era davvero vicina a Zell am See. 

Dopo il primo giorno caldo e con poche nuvole passato al lago (freddissimo), abbiamo passato gran parte delle vacanze tra le montagne, godendo di un clima autunnale per i 4 giorni successivi. 

La prima tappa “artistica” è stata Großglockne- Hochalpenstraße (impronunciabile per me) un bellissimo percorso da fare in macchina, in bicicletta o a piedi. Su questa montagna dal paesaggio mozzafiato, non è stato facile trovare la vista giusta per rappresentare questo posto ma alla fine siamo riusciti entrambi a scovare una vista ideale. Abbiamo pranzato sul ristorante in cima al percorso e dopo, con tanto di maglia termica, felpa e copriorecchie ho iniziato il mio quadro, scegliendo un punto in cui una mandria di mucche pascolava tranquillamente. Mi sentivo come sospesa nel tempo, il sole rendeva l’atmosfera ancora più piacevole, e di tanto in tanto le persone si fermavano per guardare e fare foto. 

Jonathan invece si trovava nella parte più in alto, lavorando su una tela molto grande, tanto che se non metteva un peso sul cavalletto rischiava di vedersi portar via il lavoro dal vento. 

Dopo 4 ore di pittura, soddisfatti e felici per questo primo giorno di lavoro siamo tornati a casa. Erano già le otto e dopo un po’ di relax siamo usciti. Avevo una gran voglia di provare la cucina tipica, magari qualcosa di caldo dopo esser stata fuori al freddo tutto il giorno. Purtroppo in Austria pare che dopo le ore 9.00 TUTTE le cucine di TUTTI i ristoranti chiudano, così per la seconda sera ci siamo dovuti accontentare di una pizza scongelata in un pub semi deserto.

Il giorno dopo invece, prevedeva pioggia e quindi ci siamo attrezzati per affrontare la giornata di lavoro anche sotto l’acqua.

Era domenica, e il sentiero percorso questa volta era Schößwendklamm. Il percorso portava fino ad un parcheggio grande, e poi un’entrata per fare delle passeggiate a piedi, ma noi ci siamo fermati poco prima perché già avevamo trovato delle belle viste su cui lavorare, con la comodità di avere la macchina a pochi passi e poco più in là una piccola taverna da sogno. 

Siamo andati li a pranzare, anche se era un po’ presto, per poter poi iniziare a lavorare senza interruzioni. Da dentro arrivava un buon profumo e la gente che abitava vicino si radunava per chiacchierare e festeggiare la domenica. Il personale era molto gentile, ci hanno tradotto li per li il menù che, non essendo un posto turistico, era solo in tedesco. 

Dopo esserci riscaldati e aver goduto delle ottime pietanze di Meilinger Alm, abbiamo iniziato il nostro paesaggio. Io, non essendo allenata nella pittura en plein air ho preferito fare un altro bozzetto, questa volta più piccolo di quello del giorno prima, mentre Jon ha fatto un altro paesaggio grande, uno sfizio che voleva togliersi da tanto tempo. 

Siamo dovuti correre a casa quando la pioggia  era diventata talmente forte da riempire le nostre tavolozze d’acqua. Bagnati fradici nonostante gli impermeabili siamo andati a riscaldarci e a vedere la nostra serie con una tazza di té fumante. 

A cena non siamo usciti, l’idea di prepararsi e uscire per il quarto giorno di seguito non era contemplabile.

Lunedì il programma era quello di godere del sole e tornare al lago per fare un altro tuffo, peccato che il sole quel giorno non si è fatto vivo nemmeno per cinque minuti. Così abbiamo pranzato con calma e cercato sull’applica zone “Zell Am See Kaprun” qualche percorso da fare a piedi portando con noi solo gli acquerelli, molto più leggeri e facili da trasportare. Non essendo degli esperti abbiamo scelto un percorso di livello intermedio, che doveva portarci fino alla stazione della funivia e poi potevamo tornare giù in città con quest’ultima. 

Siamo partiti lasciando la macchina in un parcheggio a pagamento in centro e siamo partiti, con l’umore ancora un po’ basso perchè volevamo lavorare e rilassarci al lago. Dopo una mezz’ora di salita in mezzo alle abitazioni doveva iniziare il percorso più “naturale” ma davanti a noi ci aspettava solo una vecchia casetta in legno, una proprietà privata che bloccava il percorso e poco prima un cartello con scritto “ for experienced hikers only”. Al di là del fatto che siamo ben lontani dall’essere definiti esperti, non c’era nessun passaggio ovvio dopo il cartello per poter passare, tutto intorno c’era una recinzione continua che delimitava la proprietà privata che si stagliava di fronte a noi.

Abbiamo provato diversi sentieri improbabili che pensavamo potessero essere una soluzione al mistero di questo percorso. Ma niente, inoltre minacciava di piovere ancora e non era ideale stare in mezzo ai boschi senza attrezzatura. 

Dopo un po’ che vagavamo attorno a questo sentiero vediamo una donna scendere, le abbiamo chiesto delle informazioni e lei ci ha caldamente sconsigliato di andare perchè il percorso non era granché così come la vista. Le abbiamo anche domandato come si proseguiva ( anche solo per curiosità a questo punto) ma probabilmente non avendo capito la domanda ci ha risposto tutt’altra cosa. 

Amareggiati torniamo giù in città, erano quasi le cinque e non sapevamo proprio cosa fare, avevamo pensato a questo punto di prendere la funivia e andare in cima ad una delle montagne, ma a quanto pare a quell’ora chiude, quindi anche questa non era una soluzione. Abbiamo dunque fatto un giro in città (comprando anche dei pantaloni da pioggia per il giorno dopo) e fatto un aperitivo. La conclusione è che lunedì è lunedì anche in vacanza.

I due giorni seguenti siamo tornati a lavorare su queste pitture iniziate a Großglockne- Hochalpenstraße e Schößwendklamm per poi prepararci ad andare a Vienna.

Abbiamo deciso di fare un piccolo stop a Salisburgo, pranzare lí e con l’occasione fare una passeggiata per vedere un po’ la città. Purtroppo pioveva molto e il traffico era abbastanza intenso, tutti i parcheggi erano al completo e così dopo aver vagato un’ora con una fame da lupi e la stanchezza che saliva, abbiamo deciso di lasciare la macchina in una via della città, in uno spazio non delimitato da strisce ma che apparentemente non dava problemi a nessuna abitazione. Dopotutto l’avremmo lasciata li per poco, giusto il tempo di pranzare.

Infondo a questa strada c’era un ristorante, ma essendo già le due passate la cucina ovviamente era chiusa. Esasperati ci ritroviamo a mangiare un po’ di cibo scongelato in un bar dedicato ai cani (!?), ricoperto di riviste dedicate agli amanti della specie e in mezzo a vari oggetti in vendita per la cura del tuo amico a quattro zampe. Non era proprio il tipo di visita che avevamo in mente… ma pazienza ci siamo detti, a volte può succedere. 

Dopo la mezzoretta passata a pranzare torniamo subito alla macchina per ripartire, e tanto per gradire ad aspettarci c’era una bella multa per il parcheggio inventato all’ultimo momento…

No comment.

Ecco altre foto dal secondo giorno di pittura:

Nel tardo pomeriggio siamo arrivati a Vienna, questa volta abbiamo trovato un parcheggio sotterraneo a pagamento e siamo arrivati all’appartamento prenotato su Airbnb, nel quartiere di Neubau, una zona davvero carina e pulita. Ad aspettarci c’era un amico del proprietario, un ragazzo simpatico ma… per essere generosa direi un po’ tra le nuvole, un po’ particolare. Ci ha mostrato l’appartamento, spazioso, dall’arredamento eccentrico e sommerso da giochi da tavolo. La pulizia e l’ordine lasciavano a desiderare, gli armadi erano tutti occupati e non c’era posto per lasciare i nostri vestiti ed ordinare le nostre cose. Ma essendo un appartamento preso all’ultimo secondo non ci potevamo certo lamentare e alla fine siamo stati comunque bene. 

La sera abbiamo ordinato del cibo da casa, e ci siamo rilassati continuando a guardare la nostra serie. 

Il giorno dopo in tarda mattinata abbiamo preso il tram e siamo andati a vedere il museo del Belvedere. La collezione permanente è dominata dalla presenza dei quadri più famosi di Klimt e altri grandi artisti del periodo, oltre a questa c’era anche una sezione dedicata all’artista tedesco Lovis Corinth che mi ha colpito sia per il suo modo di ritrarre i movimenti con pennellate forti nelle vedute di vita quotidiana, sia per il modo in cui interpretava scene  mitologiche come ad esempio “il Baccanale”.

Nel complesso l’opera dell’artista mostra una certa “crudezza”, i suoi nudi femminili sono privati di una qualsiasi grazia ideale, ma c’è invece una certa brutalità quasi disturbante. Nel derviscio danzante invece per quanto la pittura e la tecnica siano davvero notevoli, c’è comunque qualcosa di delirante, e più che un danzatore il modello sembra un uomo fuori di testa preso da un ospizio o dalla strada. 

Derviscio danzante, Lovis Corinth.

La visita è durata un’oretta e mezzo circa e dopo ci siamo fermati nel bellissimo giardino di fronte all’entrata. Statue bianche e fontane dai temi mitologici rendevano la vista ancora più idilliaca, non potevamo certo andar via senza provare ad immortalare quel momento. Nonostante un vento che minacciava di far volar via tutto, ho azzardato a fare un acquerello senza disegno base e mi sono divertita ad andare d’istinto. Jon ha iniziato anche lui un piccolo sketch, per poi tornare il giorno seguente col materiale da pittura.

A cena ci siamo incontrati con la pittrice Tanvi Pathare, anche lei a Vienna per insegnare paesaggio presso una scuola d’arte privata. Abbiamo passato una bella serata al Naschmarkht, parlando del più e del meno.

Il secondo giorno mi sono organizzata per visitare il Museo di Storia Naturale di Vienna, mentre Jon, come accennato precedentemente, si è diretto al giardino del Belvedere. 

Ho portato con me tutto il materiale per disegnare e studiare l’infinita collezione di animali che si trova al primo piano. Dopo un primo giro di perlustrazione scelgo di concentrarmi sulla sezione dedicata alla famiglia degli aironi. Apro la mia piccola sedia portatile, stando attenta a non intralciare gli altri visitatori, e inizio a tirar fuori tutto il materiale. Mi sentivo un po’ insicura perché non sempre nei musei puoi prenderti la libertà di piazzarti in un posto a caso e lavorare coi colori, ma dopo poco un custode è passato e sembrava del tutto indifferente alla mia presenza, il che mi ha un po’ stupito.

Dopo aver lavorato per un’oretta faccio una piccola pausa e inizio a cercare il secondo soggetto, e lí ho capito come  mai poco prima la guardia non mi aveva degnata di uno sguardo. Negli altri corridoi, poco distanti da me, erano presenti numerosi artisti tutti intenti a lavorare con diverse tecniche. Alcuni di loro erano davvero bravissimi, una ragazza in particolare mi ha colpita: stava lavorando con un pennino e nel suo sketchbook c’erano tanti dettagli di animali, realizzati con molta cura e precisione. Avrei voluto presentarmi, ma erano tutti così concentrati che non ho voluto disturbarli e ho preferito andare avanti con il mio lavoro. 

Erano ormai le 17.00 quando ho smesso di disegnare, ho rimesso a posto tutto il mio materiale e sono andata a vedere qualche altra sala del museo, ma ero talmente stanca che del resto mi ricordo veramente poco!

Il giorno seguente siamo andati a visitare il Kunsthistorisches museum. Imperdibile dopo averlo sentito nominare così spesso durante le lezioni di storia dell’arte all’università.

La parte che più mi ha colpita è quella delle arti decorative, che culmina con la famosa Saliera di Benvenuto Cellini. Una meravigliosa scultura in oro realizzata tra il 1540 e il 1543.

Nella sezione dei dipinti c’è una stanza è riservata ai dipinti di Velazquez, le opere riguardano soprattutto i ritratti dei principi e dei regnanti. Personalmente (e qui dirò un’eresia lo so) non mi hanno particolarmente colpita rispetto ad altre opere che ho avuto modo di vedere in passato di questo artista.

Dal museo siamo andati a fare una passeggiata nel centro della città. Siamo usciti dai giardini dei Kaiserappartements per immergerci nelle vie principali di Vienna. Passando da MichaelerPlatz e proseguendo verso il centro, si passa dalla storica strada di Kohlmarkt, che ospita i marchi più lussuosi. Abbiamo girato a Der Graben e dopo qualche minuto di camminata, ti ritrovi davanti alla grande e maestosa cattedrale gotica di santo Stefano. Sarei rimasta ad osservarla per ore, ma solo il giorno dopo sarei tornata a studiarla più approfonditamente anche all’interno, con sketchbook e acquerelli alla mano.

La Saliera di Benvenuto Cellini

Il 30 agosto è stato l’ultimo giorno nella capitale austriaca. Come accennato prima sono tornata nel centro città e sono entrata dentro la cattedrale. C’era ancora la messa in corso, ed essendo io cattolica, non mi è dispiaciuto accomodarmi in una delle panche esterne per ascoltare la messa… anche se in tedesco. C’era una bella vista delle arcate da lì e ho deciso di buttarmi e fare uno sketch ad acquerello, cercando di catturare i colori e le caratteristiche gotiche dell’interno. Spoiler: non ci sono riuscita. Ho decisamente bisogno di allenarmi di più nelle vedute d’interno e nei paesaggi. Una scusa per viaggiare di più?

Dopo qualche ora sono uscita per pranzare, e subito dopo sono andata alla Peterskirche, a pochi passi da li. La chiesa è di stile barocco, molto sfarzoso e ricco di sculture in marmo e decorazioni in oro. Guardando il soffitto si può ammirarne la forma ovale che precede la cupola, con un affresco di Johann Michael Rottmayr con l’incoronazione della Vergine.

Ho colto l’occasione per visitare anche il museo dell’Albertina e vedere gli affascinanti acquerelli di Dürer, gli studi di Michelangelo, Raffaello e Klimt, oltre a qualche opera di Schiele.

Il resto della giornata l’ho passata a prendere qualche souvenir per noi e per la famiglia, al Naschmarkht, per chi conosce Firenze è come il mercato di S.Ambrogio: alcuni corridoi con ristoranti e pub e altri dedicati alla vendita di prodotti tipici della zona. Dopo di che ho raggiunto Jon che era stato a dipingere lungo il Danubio.

Dopo aver fatto le valige siamo partiti per tornare in Italia, fermandoci per una notte a Trieste.

Lì abbiamo visitato il museo Revoltella la cui collezione, divisa in sei piani, si concentra sulla pittura e scultura dai primi dell’800 fino ad inizio ‘900. 

Finora non ero mai riuscita a visitare un museo così grande che si concentrasse solo su quel periodo, e sia io che Jon siamo rimasti davvero felici di questa piacevole visita. Alcune opere sono state difficili da ammirare dato che le finestre aperte creavano dei fastidiosi riflessi, anche il bookshop ha lasciato molto a desiderare: lo spazio era concentrato in un angolo poco illuminato, e i libri un po’ datati. Il personale, a parte la signora che ci ha aiutato coi libri, ha avuto un atteggiamento piuttosto spazientito. Ma in ogni caso credo che la collezione valga davvero la pena di essere visitata anche da chi non lavora nel settore dell’arte. 

Dopo i due giorni triestini siamo tornati a casa, stanchi ma con una gran voglia di tornare alla nostra routine lavorativa e di ricominciare a concentrarci sul nostro futuro. Questo viaggio mi è davvero piaciuto e spero un giorno di poter tornare in questi luoghi meravigliosi che a volte mi ritrovo a sognare. 

L’articolo finisce qui. Fatemi sapere se vi è piaciuto, se avete suggerimenti per le prossime tappe e se andrete anche voi a breve in uno dei luoghi che ho provato a raccontarvi.

Grazie per la lettura!

Marta.

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