Era tanto tempo che non scrivevo un articolo sul mio sito, ma come potrete immaginare da quando sono qui sono cambiate parecchie cose.

Appena arrivata all’aeroporto la sera del 20 gennaio, ero sfinita, era la prima volta che affrontavo un viaggio così lungo, e non vedevo l’ora di fare una doccia calda. Jon era lì che mi aspettava all’uscita dell’aeroporto e con la sua macchina un po’ sgangherata siamo andati al suo appartamento. Già durante il breve tragitto in auto sono rimasta colpita dalla città, dalle differenze di stile e sull’ampiezza delle strade, così aperte rispetto ai piccoli angoli di Firenze a cui ero abituata.

Per tutto il mese di gennaio circa siamo stati qui, abbiamo visto un po’ la città e i suoi musei. Ho conosciuto le opere del “Gruppo dei Sette” e i loro incredibili paesaggi en plein air.

Siamo rimasti così ispirati dai quadri all’interno dei musei, che ci siamo subito attrezzati per poter lavorare all’aperto in un posto che ritengo sia perfetto per dedicarsi all’arte del paesaggio, il lago Muskoka.

Inizialmente ammetto che ero in po’ impaurita, in un posto così isolato e silenzioso, eravamo solo io, Jon e qualche scoiattolo, molti animali non si facevano ancora vedere per il grande freddo, e generalmente le famiglie non vanno ai loro cottage fino a primavera/estate, inoltre io non ero per niente abituata alla neve e con quelle scarpone sarò scivolata si e no 10 volte. Nonostante tutto questo siamo riusciti a lavorare bene, col passare dei giorni le paure sono andate via e devo dire che tutt’ora il lago Muskoka è uno dei luoghi che ho amato di più.

Dopo abbiamo visitato Ottawa, la prima volta per entrambi. La capitale è davvero bella ma più piccola e meno costosa rispetto a Toronto.
Dopo esser tornati in città, ci siamo preparati per un viaggio che meriterebbe un capitolo a parte: il 22 febbraio siamo partiti per il Messico, e lì siamo stati per una settimana a Playa Del Carmen passando così dai – 20 ai +30 gradi di temperatura in un giorno 😅

Potrete facilmente immaginare che questa prima parte del viaggio è stata come un sogno ad occhi aperti, oltre ad essere continuamente travolta da nuovi paesaggi e ambienti, la mia mente era sempre in apprendimento della lingua e della cultura, e tutt’ora mi chiedo cosa ho fatto per essere così fortunata e per aver avuto tutte queste opportunità che chi fa il mio lavoro spesso non può permettersi.

Per il mese di marzo Jon aveva organizzato un viaggio verso gli Stati Uniti: Cascate del Niagara, New York, New York city, Boston e Vermont (Jeffersonville). Ahimè non è andata come avevamo previsto, agli inizi di marzo già si sentiva parlare delle prime chiusure dei negozi per contrastare il Covid-19 in Italia, mentre in America si guardava al virus con una certa riluttanza e nessuno sembrava particolarmente spaventato, ma solo incuriosito.

Quando tre giorni dopo abbiamo raggiunto Brooklyn il clima era già cambiato e le persone hanno iniziato ad avere paura di ciò che stava accadendo. La mia famiglia insieme al resto d’Italia era costretta a stare in casa e gli amici mi consigliavano di tornare in Canada prima che chiudessero la dogana. Nonostante questa paura siamo comunque riusciti a visitare New York city anche se solo parzialmente…

… ma abbiamo saltato i 5 giorni a Boston che ormai era completamente chiusa, e siamo stati solo una notte nel bellissimo studio di Leo Mancini Hresko, prima di partire direttamente per il Vermont, dove dovevamo ritrovarci con altri artisti per dipingere all’aperto. Purtroppo siamo dovuti restare solo un giorno perché il pericolo di restare chiusi fuori dal Canada stava diventando reale, così siamo tornati e ci siamo autoisolati nuovamente a Muskoka, dove fortunatamente avevamo sempre la libertà di uscire, fare passeggiate, e dipingere.
Abbiamo passato qui un mesetto, e poi siamo tornati a Toronto, una Toronto un po’ deserta, un po’ surreale. La mia famiglia mi manca molto, soprattutto in questo caos dove non si sa ancora cosa succederà, ma nonostante la paura mi sento fortunata e so che questo viaggio mi sta facendo crescere tanto.
Vi ringrazio tanto per aver letto questo articolo un po’ più lungo e un po’ personale. Sperando che la situazione si sblocchi il prima possibile, vi saluto ringraziando anche tutte le persone che tramite messaggi e chiamate mi sono state vicine e seguono il mio lavoro. A presto con nuove opere e articoli,
Marta.
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